La verità è dove si trova il tuo corpo

La verità è dove si trova il tuo corpo

Anni fa, mi trovai a tradurre l’intervista che segue, nel momento specifico in cui avevo bisogno di dare ancor più profondità, praticità e forma all’indagine mossa da quell’evento divino che induce il corpo di un uomo a incedere verso quello di una donna e di una donna ad accogliere quell’incedere. Avevo sperimentato varie vie e approcci. Ce n’erano ma criptate, o complesse, o sottintese, oppure molto ampie, affascinati, poetiche ma prive di andatura concreta. Avevo bisogno di pratiche indicazioni che non mi vennero nemmeno, in chiara forma, dai gruppi intorno all’argomento che frequentai. Qualcosa sfuggiva il dunque, impaludando la sperimentazione in pretese estasi orgasmiche e pseudoreligiosi impollinamenti di calabroni in cerca di liberazione sessuale. Benedico comunque ogni passo.

Quando mi capitò l’intervista sotto mano, ero già interessata alla via di Barry Long, anzi le sue parole che mi avevano raggiunta – al tempo attraverso alcuni tapes – avevano riacceso in me uno struggimento, un longing, una vera e propria nostalgia di uno stato d’amore che sapevo essere in me. Da sempre, dall’inizio della pubertà e della ricerca, c’è stata questa percezione sotterranea e diffusa che l’incontro, cosiddetto sessuale, nascondeva un mistero, una via. Sperimentavo l’intensità e la forza di dissoluzione di quel “me separato”, già nei primi disorientati approcci adolescenziali con l’altro sesso. Quando lessi questo shivasutra (avevo 18 anni e qui lo riporto a spanne): quando sei carezzata principessa, penetra nel corpo dell’amato la vita eterna, avrei valicato deserti e montagne per raggiungere colui (Osho) che l’aveva reso noto ai miei occhi e impresso nell’essere, commentandolo con viva partecipazione.

E così feci, e ne nacque una lunga avventura di conoscenza di me stessa, di comprensioni e altrettante confusioni.

L’intervista che segue, trovandomi con il terreno già da tempo smosso e con le zolle pronte ad essere arate, dette alla mia pratica una direzione. Ci fu una trasmissione, per utilizzare un termine dell’intervistatore. La sperimentazione diretta era la misura, al di là dei sono d’accordo o meno. Il cammino è ancora in atto e riconosco anche, tra poggi e buche, lasciti e riprese, il prender forma, il cristallizzarsi lento e continuo di una gemma e l’amplificarsi di uno spazio, in cui guardando l’altro, visto e rivisto nella quotidianità, ritrovo la presenza del divino.

Condivido qui quell’intervista, presente integralmente sul portale Innernet per il quale, al tempo, prestai il servizio di traduzione.

“Per preparare il mio incontro con Barry, una sera abbiamo organizzato una riunione redazionale per leggere dei brani da uno dei suoi libri, in cui illustrava la via tantrica da lui insegnata. Con mia sorpresa, successe qualcosa di inaspettato. Semplicemente “ascoltando” ricevetti una trasmissione, il che significa che sperimentai un riconoscimento diretto di quello che Barry sta cercando di condividere con chi lo ascolta. Questo fu per me un evento personalmente importante, poiché era la prima volta che mi trovavo in grado di comprendere cosa potesse essere la sessualità spirituale.[…]

Andrew Cohen: Qualche tempo fa mi fu inviata una copia del tuo libro >Stilness is the way mentre lo leggevo ad alta voce in redazione, un brano mi ha trasmesso davvero qualcosa, e in un attimo ho capito cosa stavi tentando di comunicare alla gente. In realtà, il mio apprezzamento si è spinto al punto da esserne profondamente toccato. Quella che stavi descrivendo era, penso, una prospettiva tantrica contemporanea. Vorrei dirti che cosa ho capito, e poiché so di non avere compreso ogni cosa, correggimi mentre parlo, per favore. Il tuo punto principale, mi sembra, è che l’esperienza interiore della rivelazione, dell’unità, non ha significato fino a quando non viene portata in questo mondo reale, concreto e materiale.

Barry Long: Sì, è così.

Andrew Cohen: E che il solo modo, o quello più importante, per portare tale rivelazione in questo mondo passa attraverso la perfetta unione dell’uomo e della donna.

Barry Long: È così.

Andrew Cohen: E che grazie all’unione tra uomo e donna, entrambi avranno un’esperienza di tale perfetta unità e non-divisione.

Barry Long: Sì.

Andrew Cohen: E in ciò, entrambi sperimenteranno – diciamo così – la realizzazione concreta della rivelazione spirituale interiore.

Barry Long: Sì, sebbene, detto in questo modo, si potrebbe creare nella gente un’aspettativa troppo grande. Infatti, in ciò non si realizza niente per se stessi. Quello che questa esperienza crea dentro la donna è un amore assoluto e completo per l’uomo, e quando una donna ama assolutamente e completamente un uomo – un uomo che la ama, naturalmente – vede Dio in lui. E questo è ciò che tutte le donne possono fare, e che hanno bisogno di fare. Infatti, quando una donna vede Dio nel suo uomo ed è amata perfettamente, è nello stato di “donna”.

Vedi, una donna pensa di aver raggiunto l’illuminazione, ma in realtà non è così. Una donna è già illuminata quando è in uno stato d’amore tale che, per esempio, se io muoio, Sara non soffrirebbe, perché io sono già in lei, e lei sa quello che sono. E così lei è ormai protetta dalle sofferenze che un uomo potrebbe infliggerle, perché ha realizzato – o visto – Dio nell’uomo, e ha coscienza di essere semplicemente una donna, cioè puro amore. Non esiste alcuna consapevolezza straordinaria; quest’ultima è solo l’invenzione salottiera di qualche commentatore spirituale. Io, ora, non possiedo alcuna luce accecante. Voglio dire, quando ero ignorante mi capitava di avere quelle che chiamiamo grandi realizzazioni e meravigliose intuizioni, perché le intuizioni accadono solo nell’oscurità; ecco perché vedi delle luci meravigliose. Ma alla fine, quando l’ignoranza scompare, c’è solo uno stato costante, qualsiasi esso sia. Non c’è né luce né oscurità, quindi che cosa hai ottenuto?

È qui che la donna – una donna – diventa o è l’amore di Dio. Questo è ciò che lei fa. Ora, lei non può conoscere niente in tale stato, e questa è la cosa straordinaria. Infatti, nell’amore di Dio (nel vero amore o nella vera unione con Dio), non sai niente. Vero, Andrew?

Andrew Cohen: Sì, è assolutamente vero.

Barry Long: E la donna è indotta in quello stato perché la sua natura è assoluto e completo amore. È Dio in forme femminili. E se riesce a raggiungere tale condizione attraverso l’amore dell’uomo, che è Dio in forme maschili, abbiamo Dio che fa l’amore con se stesso nelle due forme da lui create, per poter conoscere l’amore; infatti, senza la presenza di due forme, non c’è distinzione. Se ci fosse solo una forma, non ci sarebbero state distinzioni e perciò nessuna possibilità di realizzazione in questa esistenza.

Andrew Cohen: Nessun riconoscimento di sé.

Barry Long: Sì, giusto.

Andrew Cohen: Dal brano che ho letto, ho anche capito che in questa pratica amorosa (oppure: nell’amore dell’uomo verso la donna o della donna verso l’uomo) c’è l’imperativo assoluto della resa completa dell’ego. Per l’uomo, ciò avviene tramite l’adorazione profonda, totale e completa della donna; per la donna, nell’accettazione incondizionata e assoluta dell’uomo.

Barry Long: Sì.

Andrew Cohen: E ho capito che quando si fa veramente l’amore (cioè quando l’uomo accetta davvero la donna e viceversa) affinché questa suprema unione abbia effettivamente luogo, l’ego deve completamente cessare. E questo è ciò che, in realtà, rende tale pratica tanto potente. Affinché essa funzioni, deve verificarsi una resa totale; altrimenti il suo compimento potrebbe non realizzarsi.

Barry Long: Sì, altrimenti avresti solo quello che chiamiamo l’amore umano, che è l’amore di tutte le coppie sulla terra. Per questo motivo è opportuno che ci sia una preparazione, compresa nel mio insegnamento: come ci arrivo? In che modo farlo? Devi essere onesto, altrimenti avrai una relazione e un amore disonesti. E perciò, per amore dell’onestà, la donna non può mai permettere al suo uomo di passarla liscia. Non le è permesso dire: «Non voglio suggerirti che cosa fare», o cose del genere che potrebbe essere tentata di fare. Deve dire: «Aspetta, posso non volerti dire niente, ma ci siamo messi d’accordo, all’inizio di questa relazione, che saremmo stati onesti verso Dio e la verità. E qual è il buono di una relazione se non si basa su questo?». Dal momento che si sono accordati su tale punto, lei deve dire, per esempio: «Mi hai appena parlato in un modo degradante per la donna. Può darsi che non sei consapevole, ma lo hai fatto. Ora ti spiegherò ciò che mi hai detto. Mi stavi mettendo sotto di te» – che è, fondamentalmente, la natura dell’uomo: sottomettere la donna – «Stavi tentando di indebolirmi. È vero o falso?». E l’uomo, se ha già detto: «Voglio essere onesto con te», considererà ciò che ha detto e risponderà: «Sì, me ne rendo conto. Ridevo quando ho detto: “Fai spesso degli sbagli, non è vero?”. Ho riso, non è così?». Ebbene, questo è un modo di sottomettere la donna utilizzando l’arma dell’ironia. E lei deve mettere un freno a tutto ciò, perché l’uomo tende a fare queste cose. Egli usa qualsiasi mezzo per indebolirla. Questo è solo un esempio di come la donna debba tener d’occhio l’uomo.

Poi la faccenda si trasferisce, naturalmente, sul piano sessuale. Lui si eccita e lei deve dire: «No, non posso avere un uomo eccitato dentro il mio corpo, perché quello che tu fai, vedi, è trasferire la tua eccitazione al mio corpo. E se continui a fare l’amore in questo modo, mi accadrà quello che mi succedeva in passato, quando ero una donna “normale” e frequentavo uomini sessuali: ero infelice, dubitavo di me stessa e mi sentivo sempre depressa. Non avevo autostima e ho smarrito il mio cammino. E so che è così perché uomini sessuali, con desideri erotici – gli “uomini-sesso” – mi avevano penetrata. Ma ora non ho più “uomini-sesso” in me. Ho un uomo che non è eccitato, che vuole soltanto amarmi e lo fa con il suo corpo, non con la mente». Infatti, la mente non ha mai fatto l’amore e mai lo farà. Ha fatto solo sesso.

Andrew Cohen: Quello che intendi, quindi, per “fare l’amore” è la rinuncia alla ricerca aggressiva di un’esperienza e all’uso dell’altra persona – in questo caso, della donna da parte dell’uomo – per qualche tipo di esperienza sensuale.

Barry Long: Beh, questo è egoismo assoluto, non trovi? Non è onesto, non è onesto nei confronti di Dio né di qualunque altra cosa. Di certo, non è onesto nei confronti della donna. Per quanto mi riguarda, questo ha avuto fine. E il modo di arrivare a ciò è quello che sto cercando di comunicare, con tutti i mezzi.

Andrew Cohen: É vero che, quando si considera l’amore come una via spirituale, la personalità – per esempio, la personalità dell’uomo – va trascesa per comprendere ciò che realmente significa essere uomo?

Barry Long: Sì.

Andrew Cohen: E questo vale anche per la donna? Per identità personale intendo la fissazione nevrotica su di sé e tutto ciò che questo comporta. Per comprendere cosa realmente significa essere una donna, tutto ciò va trasceso? In modo tale che l’uomo e la donna possono sperimentare chi sono veramente, senza alcuna fissazione nevrotica su di sé, e in tale esperienza ciascuno può sperimentare il supremo Sé impersonale?

Barry Long: Beh, io non uso il termine “Sé”, ma “Essere”.

Andrew Cohen: In tale Essere impersonale, dunque, risiede la conoscenza viva e consapevole della propria autentica identità, prima che si formasse un sia pur minimo pensiero di un’identità separata?

Barry Long: Non userei queste parole. Direi piuttosto che l’uomo e la donna sono completamente e assolutamente nella conoscenza dell’amore. E la conoscenza dell’amore è la conoscenza del nulla. Non c’è quindi alcuna esperienza di sé né avviene alcuna descrizione; semplicemente si dice: «Questa è la bellezza. Questo è bellissimo. Ti amo. Sei bella». Non c’è nient’altro da dire.

Andrew Cohen: In ciò avviene un’esperienza di pienezza?

Barry Long: Sì, ma non è una pienezza che puoi possedere. È una pienezza dell’Essere: la comprendi, ma ti rendi conto che non è qualcosa di cui parlare. Questo è il punto: non è qualcosa di cui parlare. Infatti, la gente si terrorizza quando affermi: «Dio è il nulla». Così, dopo aver detto questo, aggiungo meglio che posso: «Nulla di cui parlare», perché si spaventeranno quando lo scopriranno da soli. «Oh, mio Dio», esclameranno, «sarò destinato a essere nulla?».

Andrew Cohen: Così, in questo cammino, in cui il fare l’amore e le relazioni sono considerati una via spirituale, l’ego subisce un’enorme pressione per lasciare andare tutte le nozioni false e separate di sé, per riuscire a essere uomo o donna. È così che funziona?

Barry Long: Sì.

Andrew Cohen: Questo è molto bello e potente. Come ho detto, sento che ho appena cominciato a capire come e perché tutto ciò può essere una pratica genuina di liberazione, oltre al modo in cui funziona.

Barry Long: Sì, e funziona sicuramente, dal momento che io lo vivo. E vedi, ciò che ho vissuto è quello che mi dà la capacità di insegnare. Se non l’avessi vissuto, sarei solo un commentatore.

Andrew Cohen: Naturalmente.

Barry Long: Io sono un maestro tantrico. Vivo, ho vissuto e sto tuttora vivendo una vita tantrica, ma in questo momento lo faccio solo con la mia donna. Tuttavia, ho portato molte donne alla consapevolezza, a una consapevolezza sufficiente. Ora esse sono nel mondo e fanno quello che io desidero che facciano, ovvero aiutare l’uomo ad arrivare a una conoscenza maggiore di Dio, che è amore. Adesso sto vivendo, con Sara, l’impossibile, che è un dono divino: come due corpi destinati a morire possono godere di un’unione eterna. Ecco cosa sto vivendo con Sara. Infatti, se vivo questo, posso trasmetterlo (o esso sarà trasmesso) a coloro che ascoltano i miei insegnamenti e praticano questo amore, questo amore onesto. Ma prima lo devo vivere, perché io sono il maestro. E se il maestro non lo vive, gli altri non avranno alcuna possibilità. Lo apprendono perché in noi avviene una trasmissione attraverso la psiche: se io lo vivo, esso viene trasmesso a coloro che lo ricercano con tutte le loro forze. Ecco cosa accade qui. Fa parte della mia via l’aver fatto l’amore con donne nelle quali ho scorto la luce o nelle quali c’era abbastanza amore per portarle a una realizzazione maggiore di Dio. Un maestro tantrico è diverso da qualsiasi altro uomo con cui una donna ha fatto l’amore, perché le offre una conoscenza più elevata dell’amore di Dio.

Andrew Cohen: Posso chiederti in che modo lo fa?

Barry Long: Non lo fa con la mente, ma con il corpo fisico, con la sua innocenza. In che altro modo potrebbe farlo? Bisogna che sia innocente.

Andrew Cohen: Attraverso la sua purezza.

Barry Long: Il suo corpo deve essere puro. Questo è tutto ciò che ogni uomo cerca di fare sul cammino spirituale: purificare il corpo. Prima inizia con la mente, che è sempre impura (processo dei pensieri ndr); deve liberarsi della mente. Poi deve sbarazzarsi del terreno della mente, cioè delle emozioni e di tutte quelle cose che dice di amare: ama questo e quello, non gli piace questo e preferisce quello… Tutte le emozioni. Quindi, queste sono le due cose di cui deve liberarsi prima di cominciare a essere innocente. Poi è necessario che sia nel corpo, che ancora rimane, dopo essersi purificato di tutte quelle cose. Siamo sempre dov’è il nostro corpo, non è vero? Non puoi essere da nessuna altra parte, a meno che tu non sia un mago. Devi stare dov’è la verità, è la verità è dove si trova il tuo corpo. Quindi, quando faccio l’amore, è fondamentale che io sia nel mio corpo, perché solo il corpo può fare l’amore. Se sto fantasticando, sono nella mente, e questo conduce alle emozioni; ho lasciato il corpo e non sono in grado di fare l’amore, perché non sono più innocente.

Andrew Cohen: No, certo che no, perché non sei nemmeno con la persona con cui stai facendo l’amore. Non sei in grado di amarla.

Barry Long: No, probabilmente sei in compagnia di qualche donna fantastica nella tua mente. Ed è questa donna alla quale stai pensando che ti fa venire un’erezione. Ebbene, non hai bisogno di questo. Ma, santo dio, appena gli uomini si avvicinano a questa esperienza, e nel mio insegnamento gli uomini la vivono al massimo grado, pensano che se non hanno quell’eccitazione che è il sesso, perdono l’erezione, la fiducia in se stessi e tutto il resto, perché sono sempre stati dipendenti da una falsa eccitazione chiamata “sesso”.

Andrew Cohen: Già.

Barry Long: Quando abbandoni tutto ciò, c’è sempre un’insidia. Si verifica sempre un periodo di pausa, non è così? Come quando qualcuno segue i tuoi insegnamenti e, colmo di entusiasmo, afferma: «Andrew, sei fantastico. Non avevo mai avuto una tale rivelazione». Poi se ne va e, dopo qualche settimana o mese, ritorna per dire: «L’ho perduta, l’ho perduta!». È tutto sparito perché ha cominciato ad entrare in un territorio diverso; alla confluenza tra l’antica ignoranza e il nuovo cambiamento, si forma della confusione. Egli ha bisogno di ricominciare da capo, poi può liberarsi della confusione.

Andrew Cohen: Per te è essenziale che nell’amore tantrico l’uomo prolunghi la fase precedente all’eiaculazione, o addirittura la eviti del tutto, in modo da riuscire, per esempio, a sperimentare una profonda intimità con la donna?

Barry Long: Sì. All’inizio egli deve praticare il più possibile la ritenzione, ma senza reprimersi. È molto difficile cogliere la distinzione tra le due cose. Ma alla fine, siccome si tratta di qualcosa di divino ed è Dio che fa l’amore, non una persona, non ci si focalizza sulla ritenzione o la non-ritenzione; c’è soltanto quel che c’è. E questo accade perché la persona è scomparsa, mentre la ritenzione richiede la presenza di qualcuno, una precisa intenzionalità al riguardo.

Andrew Cohen: Qualcuno che sta ancora cercando di fare o di non fare qualcosa.

Barry Long: Sì e, naturalmente, il dilemma è – come mantengo l’equilibrio tra la repressione e la ritenzione? Qui è, dove bisogna mettere da parte i tentativi della mente. È necessario lasciare agire il corpo, da solo. Ci sono momenti in cui non ci sarà ritenzione e l’uomo comincerà ad avere orgasmi senza riuscire a fermarli, e ciò lo farà dubitare di se stesso. Ebbene, lo scopo della vita spirituale è arrivare a un punto in cui non si hanno più dubbi su di sé. Quindi, egli deve abbandonare uno dei suoi attaccamenti favoriti: il dubbio su di sé. In tal modo, capisci, Dio prende sempre più il sopravvento.

Andrew Cohen: E quando i dubbi su di sé sono abbandonati o trascesi, si diventa sempre più capaci di fare naturalmente l’amore in maniera non egoista, non aggressiva e non dualistica.

Barry Long: Sì, in modo sempre più naturale, è così.

Andrew Cohen: E, alla fine, si fa l’amore molto a lungo, per ore e ore ogni volta?

Barry Long: Direi senza interruzioni. L’attrazione è sempre presente, non è che va e viene, quindi non si ha più la sensazione di fare l’amore. Quello che insegno alle persone è che bisogna abbandonare la voglia di fare l’amore e quella di non farlo. Infatti, se hai voglia di fare l’amore, si tratta di egoismo; ma se non hai voglia di farlo, anche quello è egoismo. A uno dei miei ultimi incontri, qualcuno ha chiesto: «Dimmi, come ci si libera dalla voglia di fare l’amore e dalla voglia di non farlo?» Questo è qualcosa che conosciamo tutti. L’uomo sdraiato al fianco della donna si chiede: «Lo faccio o non lo faccio? Ne ho voglia o non ne ho voglia?». E la mia risposta è stata: «Fai l’amore tutto il tempo». Ora, se fai qualcosa tutto il tempo, non puoi averne o non averne voglia, vero? Ma dopo chiedono: «Quante volte bisogna farlo affinché ‘spesso’ sia ‘spesso’ a sufficienza?». Io rispondo: «La mattina, la notte e, se è possibile, a mezzogiorno». Suppongo che sia sconvolgente per tutti, ma se non fai così, continuerai a volere e non volere, perché non ti sarai dato all’amore. Se è da un po’ di tempo che non fai l’amore, avrai l’urgenza mentale o biologica di farlo – sei un uomo, non può essere altrimenti – ma questa è una volontà e, nella vita spirituale, non puoi volere.

Vedi, questo è il tantra. Io sono l’unico maestro tantrico occidentale. Lo so che è un’auto-promozione, ma non conosco nessun’altro che parli della verità del tantra. Io, invece, sono molto aperto; sono aperto al fatto di essere un maestro tantrico. […]

Il tantra è amore, Dio che ama se stesso nell’esistenza. […] Essere un maestro tantrico, avere quella forza nel tuo corpo, è un potere concesso da Dio. Questo stato è un dono di Dio, così come la Realizzazione di sé, di Dio o l’illuminazione sono altri stati. È concesso da Dio ed è per la gente. Ma se non ne parli, il tantra è abusato dai commentatori, dagli impostori, dai maniaci e dio solo sa da chi altro! Io cerco di evitare tutto ciò rimanendo aperto e onesto su ciò che faccio nella mia vita.

Andrew Cohen: Questo è essenziale.

Barry Long: Soprattutto di fronte a un argomento così delicato. Tutto il mondo è sessuale, è sesso. Io racconto che Dio è nato da un uomo e una donna che facevano l’amore. Non parlo di orgasmi, d’indulgenza e di eccitazione sessuale. Parlo di qualcosa di puro e meraviglioso che viene da tutto ciò.

Andrew Cohen: Vorrei parlare ancora un poco della pratica tantrica dell’amore. Stavi dicendo che, idealmente, si dovrebbe sperimentare questo tipo di profonda intimità con il proprio partner tre volte al giorno. Ebbene, in tale intimità, dove non dovrebbe esistere volontà o non-volontà, ma solo il puro e semplice essere, l’uomo e la donna hanno sempre un’esperienza non-orgasmica?

Barry Long: No, non è sempre non-orgasmica. Qui si tratta di Dio che fa l’amore con Dio, e questo decide se l’orgasmo avverrà oppure no. Ma il punto principale è che scompaiono sia la volontà che la non-volontà di fare l’amore. Così, dopo aver fatto l’amore, non c’è la volontà o la non-volontà; resta semplicemente uno stato in cui non ti devi preoccupare di volere o non volere, perché tutto ciò è scomparso. Così come il sé scompare, anche queste cose se ne vanno.

Andrew Cohen: Mi rendo conto che questo tipo di pratica, se affrontata con grande sincerità, crea e sostiene una profonda intimità con l’altra persona. Sul livello interpersonale, poi, ci dovrà essere una perfetta onestà. Non dovrebbero accumularsi mai dubbi e risentimenti, perché se così fosse, distruggerebbero all’istante questa perfetta fiducia.

Barry Long: Sì, assolutamente. Bisogna, però, anche essere pratici. Non sto cercando di offrire qualcosa di perfetto in questa esistenza, nel senso che non ci saranno reazioni. Dopotutto, l’uomo deve cominciare da una donna in carne e ossa. Anche se in lei lui ama il principio femminile, quando le si avvicina si trova di fronte le sue emozioni, cioè il passato di lei: le esperienze sessuali precedenti e tutto il resto. Tutto ciò sarà nel suo corpo. E se lei non ha cominciato a rimuovere la sua identificazione con il passato, lui non potrà adorarla. Potrà amarla e cercare di raggiungerla, ma non sarà capace di adorarla a causa degli ostacoli del sé che si trovano tra lui e ciò che lei è realmente. E questo si applica sia alla donna che all’uomo. Lo scopo della vita spirituale è liberarci di questi ostacoli, egoisti ed emotivi, che si ergono tra noi. Sarà impossibile sino a quando non avremo deciso di aiutarci l’un l’altra, senza permettere mai che questi ostacoli diventino i nostri padroni. Sebbene si possa fallire, almeno l’intenzione di sbarazzarsene è presente.

Per quanto riguarda l’uomo, alla fine egli deve smettere di passare da una donna all’altra. Questo deve cessare. Va bene, d’accordo: è un’esperienza, fa parte della vita. Ma alla fine, se egli vuole realizzare Dio nell’esistenza (cioè il principio femminile), dovrà prendere con sé una donna.[…].

Andrew Cohen: Potresti parlare dell’atteggiamento che l’uomo e la donna devono avere per potersi amare veramente? Infatti, da quel che ho compreso, è questo atteggiamento che un uomo o una donna devono avere per trascendere veramente quel tipo di fissazione nevrotica su di sé che hai descritto prima.

Barry Long: Sì, beh… Come ho detto, mi piace sempre metterla sul piano pratico, perché altrimenti non si arriva da nessuna parte. E la realtà pratica, per ogni uomo, è che ogni cinque minuti o giù di lì (se non sta facendo nient’altro), egli penserà alla donna. Da parte sua, la donna penserà all’uomo. Questa è la realtà fondamentale della nostra esistenza di uomini e di donne. Ma non sembra che sia venuto in mente a molti, di questi tempi, che in ciò devono celarsi i mezzi stessi per raggiungere la Realtà, cioè che questa attrazione fondamentale deve contenere qualcosa di sacro, che deve rappresentare un inizio. Infatti, quando vieni alla luce, puoi essere soltanto un uomo o una donna. Questa è la prima apparizione di Dio nell’esistenza: nelle sembianze di un uomo o di una donna. E questo è il modo in cui Dio separa affinché l’amore e lui stesso possano essere conosciuti, perché l’uomo e la donna sono sembianze di Dio.

Ora, secondo me, ogni uomo dovrebbe realizzare ciò che più ama nell’esistenza. Ovviamente, ciò che ama di più è Dio. Dio nell’esistenza è amore, fuori dall’esistenza è la verità. Non c’è amore senza l’esistenza; tutto l’amore è nell’esistenza, okay? Ma abbiamo messo tutto sottosopra. I commentatori e gli insegnanti spirituali si sono sbagliati. C’è Dio fuori dall’esistenza, e ognuno può realizzarlo nel proprio corpo senza l’aiuto di nessun altro. Realizzare Dio in questo modo è senza dubbio uno dei fenomeni più rari, meravigliosi e gloriosi, ma si tratta pur sempre di Dio fuori dall’esistenza, che realizzi dentro di te.

Per quanto riguarda, invece, Dio nell’esistenza, possiamo arrivarci solo affrontando ciò che più amiamo. Ebbene, l’uomo va in barca, gioca a golf, va a caccia, ha mille e una attività, ma queste sono tutte distrazioni escogitate dalla mente per tenerlo lontano dalla cosa fondamentale che la vita continua a mettergli di fronte, cioè: «Io amo la donna». Ora, la mente cercherà di farne qualcosa di personale, di limitare il suo amore a qualche donna particolare. Ma, in realtà, l’uomo deve andare oltre e accorgersi di un semplice fatto: «Io amo la donna». Quando lo fa, si rende conto di stare amando il principio, l’ignoto, l’essenza della donna, il Dio in lei di cui non si può parlare. Poi, può scendere a livello personale, dove c’è il corpo di una donna particolare con cui è in relazione, o a cui è legato in un modo o nell’altro. Allora deve cercare di scorgere questo Dio, questa entità che ama sopra ogni cosa, in tale donna. Quando fa l’amore con lei, lo deve fare non per se stesso, per l’orgasmo o per la propria soddisfazione, ma per il puro piacere di fare l’amore con lei. Se, però, personalizza la cosa in qualche modo, se mette in mezzo se stesso per cercare di ottenere qualcosa, la faccenda si trasforma in sesso ed egli ha mancato il punto; si è lasciato sfuggire quella bellezza impersonale.

Quindi, prima devi chiederti: che cosa amo di più nell’esistenza? Non va bene rispondere «Dio», perché Dio non è nell’esistenza. Dov’è Dio nell’esistenza? Aha! È in ciò a cui penso di più nella mia vita, cioè nella donna! Ebbene, non può trattarsi di questa o quella donna, perché ce ne sono tantissime. Quindi, di che cosa si tratta? È il principio della donna che amo. Naturalmente! È quell’essenza, quella cosa che sta dietro ogni donna. E una volta che l’uomo lo sa, vedi, è entrato in uno stato di coscienza diverso.

Andrew Cohen: Ma perché l’uomo ama la donna nel modo che stai descrivendo, al di là dell’imperativo biologico?

Barry Long: L’imperativo biologico è in tutti, Andrew, e questo, in primo luogo, serve ad assicurare la riproduzione della razza. […]

Vedi, siamo animali e ce lo dimentichiamo. Ma siamo anche ciò che chiamiamo “spirito”, e questo spirito è entrato dentro questo animale, la cui carne e i cui istinti ora lo avvolgono. È come portare l’autocoscienza dentro un animale, una vacca, per esempio: otterresti immediatamente una mente che va avanti e indietro con ogni sorta di pensiero sessuale. Poiché, però, gli animali non hanno una mente, ma solo degli istinti, non hanno pensieri sessuali (grazie a dio!). Invece, quando metti la coscienza di sé dentro un animale umano, ne ricavi esattamente i problemi di cui stiamo parlando.

Quindi, dobbiamo separare l’animale dallo spirito, perché gli istinti animali sono quelli che chiamiamo l’ego o il sé, il piccolo sé. E questo viene fatto attraverso la vita spirituale, rinunciando a se stessi, non è così? Abbandonando l’autoindulgenza e le distrazioni, e affrontando la verità di ciò che amiamo di più. Infatti, ciò che amiamo di più è sempre Dio, e Dio è amore, verità, mistero… Ma gli insegnanti, le parole e le opinioni hanno nascosto tutto ciò, invece di aiutare ad arrivare al dunque. Se vuoi realizzare Dio fuori dell’esistenza – cioè solo dentro di te, dentro il tuo corpo – dovrai certamente attraversare la rinuncia, la negazione e la dissoluzione di sé. Sei tu stesso a impedire la realizzazione naturale di Dio, che è la grande verità fuori dall’esistenza. Ma nessuno sembra preoccuparsi o chiedersi come realizzare Dio nell’esistenza. E io affermo che amare una donna è il modo di realizzare Dio nell’esistenza, perché questo è Dio. È molto semplice.

Andrew Cohen: Stai dicendo che, al di là del bisogno biologico, il motivo per cui un uomo ama una donna è soprattutto…

Barry Long: Perché la donna è Dio.

Andrew Cohen: Ma la donna è davvero Dio? Oppure l’uomo la riconosce tale perché ancora pensa a se stesso come a un uomo?

Barry Long: È così. Ma questo avviene perché lei è veramente la sua parte mancante. Lui riconosce: «Ecco l’amore che mi manca».

Andrew Cohen: Con “amore che manca” intendi che finché l’uomo non si sarà unito con una donna, nel mondo o nell’esistenza, continuerà a sentirsi parziale e non integro?

Barry Long: Sì, non sarebbe integro. Nonostante tutte le sue realizzazioni di Dio fuori dall’esistenza, non sarebbe davvero integro. Infatti, il punto sta nel riuscire a portare Dio da fuori l’esistenza a dentro di essa. In quel momento, hai la totalità.

Andrew Cohen: E questo, nel tuo insegnamento, è il raggiungimento della realizzazione di Dio.

Barry Long: Sì.

Andrew Cohen: È molto potente. E, come ti dicevo all’inizio, quando ci siamo seduti a leggere il tuo libro, mi sono trovato in uno stato di espansione. Non appena ho cominciato a leggerlo, il suo contenuto è entrato in me. Immediatamente ho colto il punto e ho detto agli altri: «Penso di avere capito». E quando ho cominciato a spiegare la mia comprensione, tutti sono stati spinti verso la stessa esperienza e hanno cominciato a comprendere a loro volta.

Barry Long: Tu hai certamente compreso, come dimostrano le tue domande. Poi, come per ogni insegnamento, tutto ciò che bisogna fare è mettere in pratica, cosa che certamente saprai. Ma bisogna anche tenere a mente che questa è una cosa difficile e complessa, sia da capire, innanzitutto, che da vivere.

Andrew Cohen: Dal tuo punto di vista, Barry, è vero che un uomo o una donna che hanno realizzato Dio, ma che non hanno praticato l’adorazione dell’uomo o della donna nel mondo sono…

Barry Long: Incompleti?

Andrew Cohen: Sì, incompleti. Oppure, in un certo senso, non hanno completato la propria realizzazione in questa esistenza. È questo che credi?

Barry Long: Penso che dalla nostra conversazione si capisce chiaramente che è così. Non è qualcosa che mi sono inventato.

Andrew Cohen: Allora perché, secondo te, un uomo o una donna realizzati non lo fanno? Infatti, è certo che molti uomini e donne realizzati non l’hanno fatto.

Barry Long: La sola cosa che dobbiamo ricordare è che qualsiasi persona che ha realizzato Dio potrebbe dire: «Non ha importanza; questa esistenza non ha importanza». Oppure, potrebbe affermare che è certamente importante, ma non in senso assoluto. Siamo materia, quindi di sicuro questa esistenza è sempre importante. Un uomo che ha realizzato Dio, però, può sostenere: «Non ha importanza. Ho realizzato Dio. L’esistenza cesserà, e questa è la sua fine». Ebbene, questo potrebbe essere abbastanza corretto, ma io sono nel mondo, nell’esistenza, e a causa della mia discriminazione, che è il discernimento di ogni uomo spirituale, vedo che la maggior parte dell’infelicità nell’esistenza deriva dalla relazione tra l’uomo e la donna. E mi sento spinto, come ogni essere spirituale, a eliminare l’ignoranza della gente, che è la causa della loro infelicità. Questo è ciò che vedo e affronto.

Altrimenti, non ha importanza. Non è una cosa davvero importante, dal punto di vista dell’immortalità o dell’eternità. Ma se guardiamo bene, siamo qui per una ragione –ognuno di noi lo è – e conosciamo il valore dell’armonia, della bontà o della rettitudine, che è Dio. Così, presumo che tutti ci sforzeremo di trovare queste cose. Per me, quindi, è abbastanza evidente che questa è la via giusta, anche se non lo sappiamo benissimo.

Andrew Cohen: Tuttavia, in alcune tradizioni occidentali e in molte di quelle orientali, si è sempre insistito molto sulla rinuncia assoluta e/o sulla trascendenza dell’attività sessuale come un mezzo o un veicolo per concentrarsi in modo esclusivo e totale sulla ricerca della realizzazione di Dio.

Barry Long: Può darsi. È possibile realizzare Dio fuori dall’esistenza. Poi, però, che cosa farai nell’esistenza? Una volta che hai realizzato Dio fuori dall’esistenza, e sei tutto puro e santo, che cosa farai con l’infelicità che ti circonda?

Andrew Cohen: Ma, per esempio, alcuni preti cattolici affermano che grazie al voto di castità possono amare tutti gli esseri ugualmente e nessuno in particolare; la castità permette loro di dedicarsi fino in fondo all’alleviamento della sofferenza di tutti i figli di Dio.

Barry Long: Sono dei preti, e io parlo solo ai maestri. Ascolto solo il maestro… La nota originale. Altrimenti, abbiamo dei preti, dei commentatori spirituali che si inventano le cose. Sai, questa gente scrive libri, tiene conferenze, fa di tutto, ma non riesci a credere a una sola parola di quello che dice, perché non è ispirata dalla realizzazione di Dio, e puoi rendertene conto.

Andrew Cohen: Ricordo di aver sentito qualcuno parlare di cavalleria nel tuo insegnamento. Secondo te, cosa vuol dire davvero essere un uomo e una donna? Per esempio, qual è il modo giusto con cui gli uomini si devono comportare verso le donne, a tuo giudizio?

Barry Long: Il modo giusto è imprecare il meno possibile in sua compagnia, perché ciò è una denigrazione di quello che c’è fra loro, e non dovrebbe succedere. Naturalmente, nella società contemporanea qualche imprecazione salterà fuori… Ma, in genere, si tratta di una cosa semplice come il non imprecare in compagnia l’uno dell’altra. Ora, un paio di notti fa, abbiamo visto il video di un uomo e una donna che si amavano davvero, ma a ogni istante lei diceva: “Insomma, che cazzo succede?”. Questo giunge ai nostri figli, sai, che dovrebbero amare gli altri, ma ciò non è possibile quando dici abitualmente cose di questo tipo, perché si tratta di un’imprecazione. È un’azione di forza che avviene fra noi, e così facendo perpetuerò il mio ego di uomo, animale e aggressivo. Questa è una delle cose da evitare. Devo cercare di fare tutto quello che posso per aiutarti non solo a essere civile, ma anche tenera nel modo con cui mi parli, così come io lo sono quando ti parlo. Poiché dobbiamo parlarci, facciamolo in modo amorevole… Con ciò non intendo in modo sdolcinato. È lo spirito di Dio che si manifesta tra noi in forma di armonia, nelle nostre azioni e nel nostro comportamento. Dio è armonia. Così, direi, si tratta di piccole cose come questa.

Vedi, quando due persone si amano veramente, quando fanno l’amore nel modo divino di cui abbiamo parlato, tutto quello che c’è da dire è: «Ti amo. Sei davvero splendido». Lei lo dice a lui e lui a lei. Si abbracciano, si baciano, si tengono per mano. Nessuna discussione che abbia a che fare con la vita spirituale… a parte Sara che ogni tanto mi chiede: «Sei sicuro che io sono abbastanza spirituale? Ne sei davvero certo?». Per quanto mi riguarda, sembra che io non abbia alcuna domanda. Dico solo: «Ti amo». Il non avere nulla da chiedere è, secondo me, la cosa più difficile da afferrare per chiunque. Essere semplicemente vuoti, senza che affiori alcunché, riuscire semplicemente a vivere ogni momento in uno stato di…nemmeno di amore, perché l’amore non è un sentimento; l’amore è un istante. Insomma, in uno stato di assenza di tutto! Questo accade anche alle persone comuni; entrano in uno stato dove non sanno niente e si terrorizzano. Ma questo è lo stato sacro! Le persone comuni non sono state informate, quindi non possono capire che va tutto bene, che questo è lo stato sacro di cui parlano i maestri, in cui non si conosce alcunché. Ecco perché si spaventano quando sentono di aver perduto il filo.

La donna, quando ama, non sa niente. È l’amante, è Dio in forma femminile, cioè puro amore; fa quello che fa, ma non ha la forza in sé. Noi uomini abbiamo la proiezione fisica; la nostra propensione naturale è il dono, mentre quella di lei è ricevere ed essere. La gente afferma che l’uomo e la donna sono uguali, ma io sostengo che non lo sono affatto. Sono assolutamente diversi, grazie a Dio! So che lei è Dio, e la amo per questo. Lei mi ama perché sono Dio, e questo è basilare. E non so se ho risposto alle tue domande o no.

Barry Long (1926 – 2003) si trova all’età di trentuno anni con un intenso desiderio spirituale che lo spinge ad abbandonare la carriera di giornalista per cercare la realizzazione spirituale. Subito dopo, il suo amore appassionato per una donna catalizzò una potente trasformazione spirituale. Infine, si trasferì a Londra dove cominciò a insegnare. Nell’86 ritornò in Australia e fondò la Barry Long Foundation International. Ha tenuto seminari in tutto il mondo e ha pubblicato numerosi libri e audiocassette d’insegnamenti.

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