Credenze sessuali e sofferenza

Credenze sessuali e sofferenza

Credenze, sessualità e sofferenza

Qualcuno mi dice: siccome la sessualità non è un fuoco d’artificio mi chiedo se valga la pena. La sessualità non deve essere un fuoco di artificio che s’infiamma repentino e in modo fulmineo si consuma. È un naturale esprimersi dell’amore, uno degli aspetti di quella forza creativa che egualmente è veicolata in un’opera d’arte.

Attenzione a non mischiare il culo con le 40 ore, come diceva mia madre. A un certo punto la voluttà e il desiderio calano, è naturale e anche una grande opportunità, per vedere cosa resta. Non è la mancanza di sesso a separare la coppia piuttosto quel muro emozionale generato da ogni atto sessuale in cui ci si è impegnati senza amore (per ottenere, dimostrare qualcosa, per gratificazione fisica e emozionale), per dovere, noia e compensazione.

Il malinteso nasce dal confondere il desiderio e l’attrazione con l’amore. Se è sesso che uno vuole che abbia il coraggio di viverlo possibilmente senza tenersi il consorte al calduccio. Che lo viva perdio e impari la lezione, nel bene e nel male. Che dica, a voce alta, e non con i toni moderati(bigotti?): la mia relazione fa acqua, il sesso fa pena, questo calduccio conveniente che voglio preservare sta rendendo la mia vita disonesta.

L’alto voltaggio del desiderio ha poco a che vedere con l’amore e molto con la riproduzione, anzi l’amore, se c’è mai stato, comincia a dare i suoi frutti laddove la cosiddetta attrazione fisica si smorza. La credenza che a unirci fisicamente debba essere un picco emozionale e l’eccitazione spasmodica, è quell’inganno che frega.

L’emozione consuma e anche la mancanza di amore, soprattutto nell’atto fisico. L’attrazione è cieca e prima o poi si frantuma sbattendo da qualche parte. Si può rincorrere un’altra attrazione e un’altra e un’altra ma questo non le darà la vista. A un certo punto sono io che devo aprire gli occhi e far fronte al disagio, alla disonestà nei confronti della situazione di coppia che vivo. Il sesso si fa problema quando è l’amore che fluisce poco e male. Non viceversa.

Abbiamo l’idea che per farlo debba entrare duro, eccitato e bramoso per uscire molle e sedato, tuttavia – come ho detto creando sgomento durante una formazione per esperti in educazione sessuale – ci sono culture in cui si dice che possa entrare morbido e uscire eretto. C’è la credenza che lei debba essere calda, eccitata a puntino etc…etc… Quanta sofferenza si basa su credenze prese a prestito? Siamo impastati di copioni sessuali e il massimo che riusciamo a giocare è il contro-copione, quello smodato o mortificante.

Unite i corpi dimenticando ogni dover essere e dover fare. State a vedere. Rischiate di non sapere. Aprire la mente (con furbizia) aiuta? Temo che sia l’apertura del cuore quella che continuiamo a rimandare.
Buona giornata.

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