Il Campo Morfico dei gruppi sociali

Il Campo Morfico dei gruppi sociali

orizzonte-senza-testa_by Carl WarnerCompreso quello del sistema-famiglia, è qui spiegato, con poche chiare parole, dal biologo di fama mondiale Rupert Sheldrake, come risposta ad alcune mie domande. L’occasione, recentissima, è quella di una ben più lunga intervista su i poteri mentali  per il n°49 di Scienza e Conoscenza, in uscita a fine giugno prossimo.

Si tratta di una vera lezione magistrale. Volentieri la suggerisco a tutti quelli che vogliono comprendere meglio il fenomeno della risonanza morfica (morfogenetica) e il concetto di mente estesa, riguardo all’approccio, in evoluzione, delle costellazioni familiari e sistemiche.

Intanto un assaggio, e una singolare analogia tra i campi morfici, le costellazioni sistemiche e la pratica di Ho-oponopono, che, non a caso, significa: mettere le cose al loro posto, in ordine.

Che le sedie trattengano o no delle memorie, pare proprio che esse – le memorie – non siano nel DNA. Dove allora? Nei Campi, che in-formando, danno forma. L’espressione dei poteri naturali della mente – che è estesa e non confinata nel cervello – tra cui la capacità di cogliere informazioni, condividere dati, avviene a livello fisiologico, biologico piuttosto che psicologico. Semmai le costellazioni richiedessero una materia di appartenenza, di certo non è la psicologia, e gli studi di R.Sheldrake sono illuminanti a proposito.

Ero presente a un seminario di Bert Hellinger lo scorso anno, dove c’era anche un cane, con il suo proprietario, ovvio ;-). Il cane era incredibilmente attento e silenzioso. In due occasioni però ha colto, all’improvviso, qualcosa di profondo e aggressivo in corso, e ha abbaiato – anche se nessun movimento esplicito era in atto. La percezione del cane andava dritta al punto, senza nebbia concettuale. Se è in linea con la tua esperienza, in che modo i concetti e il “conosciuto” tendono a spegnere la capacità di raccogliere informazioni dal Campo?

Nei miei studi sulla telepatia negli animali, ho scoperto che sono spesso più sensibili dei loro proprietari. Essi sembrano avere un modo più diretto di raccogliere emozioni e intenzioni, e non sono così confusi come siamo noi da ciò che tu chiami “nebbia concettuale”. La maggior parte delle abilità psichiche funziona inconsciamente e a livello fisiologico. Quando cerchiamo di filtrarle attraverso la mente cosciente, possono farsi confuse o essere soppresse. Cani, e bambini piccoli, non hanno questo problema.

Rimanendo nel campo delle costellazioni, qualche settimana fa, facilitando un breve seminario, ho preso una donna come rappresentante della cliente (senza dirlo ad alta voce) e l’ho invitata a stare di fronte a quella già in piedi, all’interno del cerchio … Pochi istanti prima mi ero scoperta chiedere alla cliente, se avesse mai sentito parlare di qualcuno molto pio, molto religioso nel suo sistema di appartenenza. Lei ha risposto di no. Può essere molto lontano nel lignaggio e, forse, neanche collegato a livello di discendenza diretta. Può essere un segreto. Ho accompagnato la rappresentante della cliente in un movimento da lei accennato e ho sciolto la costellazione. Dopo la pausa, quando la rappresentante della cliente si è seduta di nuovo, mi ha guardato e ha dichiarato con fermezza: «Io ho una persona molto pia nel mio sistema familiare».

Questo accade costantemente nel campo delle costellazioni, quale esperienza pratica di ciò che tu presumi sia la risonanza morfica. Potremmo dire che tali informazioni giacciono nella mente estesa che il gruppo sta condividendo? O, per dirla in un altro modo, siamo immersi un campo percettivo esteso?

Nel lavoro della costellazione familiare, penso proprio che i rappresentanti sfruttino il campo morfico della famiglia. Come altri campi morfogenetici, questo contiene una memoria inconscia da precedenti campi simili, dalle generazioni antecedenti della stessa famiglia. Penso che questo sia il motivo per cui i rappresentanti possano, in qualche modo, raccogliere informazioni di cui non sanno niente. Ne deduco, allora, che i campi morfici si estendano intorno a noi e leghino in gruppi sociali, non solo nell’estensione dello spazio, ma nel tempo, perché contengono memoria.

A proposito della memoria, tu dici: “La memoria non è nel cervello, nemmeno nel DNA, ma è insita nella natura”. Di fatto è ciò che continui a scoprire con i tuoi studi e le sperimentazioni (vedi: I sette esperimenti che potrebbero cambiare il mondo). Ciò mi riporta anche ad alcune pratiche sciamaniche, quali, ad es., Ho’oponopono, che in hawaiano sta per: “mettere le cose al loro posto (in ordine)”, non molto diverso, alla fine, da quello che si manifesta con l’approccio delle costellazioni familiari. Tutto, secondo la pratica ho-oponopono contiene memorie, dati, dalla sedia all’automobile, non meno del nostro inconscio. Un velo d’informazioni che impedisce di vedere la nostra vera natura e quella delle cose. Pensi che la scienza potrebbe arrivare a scoprire che anche le sedie sono informate? 😉

I Campi morfici formano sistemi autorganizzanti, che includono le molecole, le cellule, gli animali e gli stormi di uccelli. Non formano invece sistemi che sono messi insieme da forze esterne. Ad esempio, le macchine e le sedie non sono auto-organizzate, ma sono fatte da persone o da macchine, sono progettate da individui, piuttosto che possedere capacità intrinseche di organizzazione. Non mi aspetto, quindi, che macchine o sedie abbiano, una memoria autonoma, per risonanza morfica.

A proposito di >Scienza e Conoscenza

 

 

Comments

comments