L’uomo e la donna per il figlio

L’uomo e la donna per il figlio

Essere genitori: il punto di vista sistemico secondo la scienza di Bert Hellinger
L’articolo è uscito a mia cura sul n°38 del trimestrale >”Scienza e Conoscenza”

Genitori non si nasce – si sente dire – genitori si diventa. E figli allora, si nasce? Nascere è la prerogativa della condizione di figlio-a, figlio-a di entrambi i genitori. Conoscete qualcuno che sia stato concepito da un genitore solo?

Sebbene la sociologia e la psicologia prevedano la famiglia monogenitoriale – con un solo genitore proprio o adottivo – tale visione è lontana dalla realtà e rischia di sollecitare l’esclusione del genitore mancante e, nel caso del figlio adottato, di entrambi i genitori biologici.

L’essere fisicamente assente in famiglia ci affranca dall’essere genitore?

Quando si diventa genitori? Quando si GENera, passando, appunto, il corredo GENetico. Il corredino, quello possono farlo tutti, i nonni, gli zii, i genitori adottivi, i benefattori di un centro di accoglienza… ma quel corredo lì, quello spetta solo ed esclusivamente ai genitori.

Si tratta di un fatto, al di là di ogni impalcatura psicologica. Si può considerare meno madre una madre che muore di parto o che abbandona il figlio appena nato? Si può considerare meno figlio quello che muore prematuramente o è abortito?

Lo si fa, la dimenticanza è un tentativo moralmente legittimo – per limitare il dolore – a cui il sistema tende. E pur tuttavia questo crea disordine, confusione, prolungata sofferenza, malattia … Lo si vede bene con la metodologia sistemica e l’approccio fenomenologico delle costellazioni familiari.

Detto in modo asciutto asciutto accoppiarsi fisicamente è gettare le fondamenta della famiglia, della casata, potenzialmente creare nuova vita – un organismo vivente – ampliare l’albero genealogico e il sistema ramificato e complesso della stirpe.

Stando alle fondamenta, tale sistema e le sue amplificazioni – l’azienda, lo stato, il mondo – è soggetto dunque alle leggi dei sistemi viventi complessi e alla loro capacità di conservare e trasmettere informazioni, capacità che richiede una struttura ordinata.

I sistemi viventi – come già aveva anticipato il fisico quantistico Erwin Schrödinger -mantengono inoltre il loro ordine interno fino alla morte conformandosi al loro destino intrinseco.

In questo senso i legami familiari sono governati da leggi e ordini che in tutto e per tutto rimandano alla scienza della vita. Non è un caso quindi che chi ha sviluppato le cosiddette costellazioni familiari – Bert Hellinger – abbia chiamato la sua metodologia, in fase di ultima evoluzione, Hellinger Sciencia®.

E inoltre cos’è che rende un legame tale? Il rapporto sessuale. Senza di esso la perpetuazione della specie cessa e anche i legami familiari. Quindi alla fine a che cosa si riduce sta benedetta genitorialità, all’incontro di uno sperma con un ovulo? Tutto qui? Cos’è che rende padre allora? Solo l’aver reso disponibile qualche sperma veloce e competitivo al servizio del riprodursi della vita? E cos’è che rende madre? Semplicemente l’aver messo a disposizione – più o meno coscientemente – la porosa capienza dell’ovulo?

Biologicamente e sistemicamente parlando sì e anche di fatto. Sia che il figlio prenda o meno il cognome del padre, a causa di circostanze a seguire, questo nuovo essere vivente è suo figlio, qualsiasi sia il sentire psicologico che si sovrappone. Lo stesso vale per la madre, che peraltro porta visibilmente, e veglia, il frutto di quell’atto sessuale nel suo ventre.

Il sistema lo riconosce come figlio anche a dispetto dei genitori stessi. Generare è sufficiente ai fini della vita, sufficiente per fare di quella vita ricevuta qualcosa di nuovo, unico e ricco. Colui che sa la sufficienza della sufficienza ha sempre a sufficienza… la sufficienza è ricchezza dice il Tao Te Ching. Il posto di genitore si da generando, essere in grado di prenderlo è poi un altro paio di maniche.

L’accoglienza del figlio, l’accudimento amorevole e costante, il nutrimento e la protezione sono, citando me stessa, “grasso che cola”. Sento già il ronzio delle obiezioni. Questo “grasso che cola”, tendenzialmente, in quanto figli – e tutti lo siamo – è, considerato ovvio e dovuto. E in realtà, non lo è. Ho sentito dire, più volte, da Hellinger che tutti i genitori sono buoni e tutti i bambini anche.

Ma, e allora, l’amore? Sì, l’amore.

L’amore che agisce è funzionale alla vita, l’amore è la vita stessa che viene passata, è “la stoffa” del processo che muove e che procede in avanti. È l’amor che move il sole e le altre stelle, per dirla con Dante, e si manifesta come forza e vita nelle cose viventi rincara Giordano Bruno. È l’amore terra terra (sulla Terra siamo) che ha mosso l’uomo verso la donna e che altro li avrebbe mossi l’uno verso l’altro?

E che altro muove il figlio verso la madre, verso i sui seni per cercare nutrimento? E verso il padre? Sebbene questo possa rimanere sconosciuto, sarà conosciuto nel figlio per es. attraverso l’anelito che può portarlo in seguito alla ricerca del suo vero padre. Riconoscere quell’amore, anche se talvolta appare deviato e cieco, è riconoscere il figlio. Riconoscerlo è riconoscere con amore i genitori come propri genitori, proprio loro e proprio così, sebbene idealmente, spesso nell’adolescenza, ci sarebbero piaciuti diversi.

L’ordine del sistema, che viene prima dell’amore in senso affettivo, veglia affinché il figlio vi appartenga, di fatto, e se va come deve andare vi apparterrà anche di nome., Ma questo è secondario. Il suo posto nell’albero genealogico è determinato e se sarà permesso ai genitori e ai parenti a seguire di “dimenticare”, l’ordine che governa il sistema non lo dimenticherà, riportandolo all’attenzione del sistema stesso attraverso un sostituto tra le nuove generazioni.

Se la coscienza personale del sistema, attraverso i sui dictat di appartenenza uguale sopravvivenza ammette l’esclusione secondo i principi morali di buono e cattivo, secondo il senso di colpa e di fedeltà, le leggi della coscienza collettiva, anch’essa propria al sistema, per cui tutti vi appartengono di diritto senza esclusione di sorta, remeranno per il ripristino dell’escluso in accordo con un destino intrinseco.

E trovandoci di fronte a un sistema altamente complesso accade anche che la coscienza personale voglia trasgredire la collettiva, quando per es. un figlio voglia farsi carico, con tutto il buon senso di appartenenza e le buone intenzioni, di qualcosa che è di pertinenza dei genitori. Infatti a guardiana dell’ordine vige qui (coscienza collettiva) la gerarchia e chi viene prima ha la precedenza su chi viene dopo, e non si scherza.

Coprire il proprio posto e starci saldamente appare, quindi, fondamentale alla pace, all’armonia e al fluire dell’amore tra genitori e figli, e nel lignaggio.

È questo il punto cruciale che mi ha portato intuitivamente, anni fa, verso le costellazioni familiari, al tempo poco o nulla conosciute in Italia. È stato l’esagramma 37 della casata – gente di casa e anche la famiglia – che spesso incontravo consultando l’Iching, e il quaderno di mia figlia, dove a 8-9 anni aveva abbozzato con ordine quel che sapeva della sua genealogia.

Le sei linee dell’esagramma rappresentano le leggi che mantengono all’interno la casata. Le stesse che mantengono l’universo di cui la casata è un sottosistema, anch’esso in movimento, un movimento evolutivo. Si prenda la via lattea, c’è una coesione gerarchicamente ordinata e amorevole di tutte le stelle che la compongono a determinare la sua stabilità.

Teilhard de Chardin per es. interpreta l’amore come vera e propria forza gravitazionale con funzione centripeta capace cioè di attrarre o di curvare lo spazio-tempo. Immaginate il trambusto se anche solo una stella prende il posto di un’altra – e se succede è probabile che quel posto sia vacante. E pur tuttavia, magari a livello evolutivo e nonostante qualche possibile catastrofe, è necessario. Qui si apre una prospettiva più ampia e si manifesta una forza più vasta, amorale, quella dello spirito o spirituale, colta pienamente da De Chardin e nell’evolvere del suo metodo da Hellinger stesso.

L’immagine dell’esagramma

La gente di casa
Raccogliere: femminile Prova

Commentario sull’immagine

La gente di casa.
La donna nella corretta posizione raggiunge il dentro.
L’uomo nella corretta posizione raggiunge il fuori.
L’uomo e la donna corretti.
Il cielo e terra coinvolgono il grande nella rettitudine davvero.

La gente di casa possiede una severa autorità in-verità.
Padre e madre coinvolgono denominare davvero.
Il padre, padre. Il figlio, figlio.
Il maggiore, maggiore. Il minore, minore.
Il padrone di casa, padrone. La padrona di casa, padrona.
E-pure il dao (Tao, ndr) della casa corretto.
Correggere la casa e-pure sotto il cielo rettificare realmente.

Il padre al posto del padre e il figlio al posto del figlio, il figlio maggiore al posto del maggiore e il minore al posto del minore. La madre, madre e il femminile è l’asse.

Sembra ovvio eppure ovvio non è e qui “casca l’asino”. E quando l’asino casca si attua una violazione negli ordini del sistema. Come? La madre per es. chiede al figlio come è dato che il figlio faccia con la madre, il figlio diventa il grande e la madre la piccola. Qualcosa s’inverte nel flusso naturale di dare e ricevere che in questo caso va dall’alto verso il basso.

Ecco che il figlio è fuori posto e la madre può darsi che l’abbia perduto da tempo, magari nei confronti della sua stessa madre. E il sistema compensa secondo il suo ordine interno a ripristinare la coesione del gruppo nel suo modo arcaico. La conoscenza e l’applicazione consapevole delle sue leggi può essere un valido aiuto per permettere l’armonia tra genitori e figli e, da mantenere presente, ogni genitore è a sua volta in una relazione filiale.

Alla fine la vita è data, la vita è ricevuta e, se va bene, presa in pieno e al pieno del suo prezzo. E allora chi sono dunque i genitori? Fondamentalmente sono anch’essi figli. Poi sono coloro che si sottomettono alla piena della vita, alla sua irruenza, cieca anche. E ne sa qualcosa la madre. Per quanto possa prepararsi alla maternità con il massimo delle informazioni, dell’assistenza, delle cure mediche, delle discipline utili, sarà travolta già dai primi mesi da un fenomeno incontrollabile che agisce sul suo metabolismo, fa pressione sugli organi, preme sulle pareti della pancia, spinge su vene e capillari e allo stesso tempo irradia, plasma, appaga, rifulge, spirito fecondo che si fa materia.

Il parto avrà la forza di rovesciarla come un guanto, di farla vibrare dalle viscere, il meglio che può fare è abbandonarsi alla sua natura animale, all’urgenza e alla magnificenza biologica dell’evento. E, soprattutto, prender forza, se è dato, dalla propria madre e da tutte le donne che nel lignaggio l’hanno preceduta. Raccogliere: femminile prova dice l’immagine degli Iching. Si parla ora, in certe forme avanzate di assistenza al parto, della figura della matherassistant, della duola. Doula significa letteralmente “far da madre alla madre”. Ci si augura che lo faccia tenendo a cuore la madre vera. Altrimenti… gatta ci cova.

Se la tripletta ordine, gerarchia e amore – quest’ultimo nello scambio tra dare e ricevere – è ciò che contraddistingue l’universo e poi la casata, è dunque ciò che contraddistingue il sistema familiare. L’uno senza l’altro creano un passaggio d’informazioni zoppo.

Il trigramma degli Iching o tripletta rappresenta una vera e propria scrittura binaria, codice che non a caso caratterizza i sistemi complessi. E l’esagramma, altro non è, che l’incontro di due trigrammi. L’uomo e la donna portano, nell’incontro, i sistemi familiari di entrambi e la loro interazione con il nuovo sistema, che esige poi la precedenza sul vecchio. Suona all’antica?

Questo è quanto si palesa nell’approccio sistemico. Ci sono conflitti con i genitori, i figli sono spaesati nel sentirsi a loro volta genitori? C’è disagio evidente con i loro figli, c’è malessere con il partner? Sono presenti disturbi cronici, malattie psicofisiche? L’indicazione è: correggere la casa e raddrizzare il passo sotto il cielo.

La gente di casa significa anche gente che si raggruppa sotto uno stesso tetto e dunque, c’è aria di bancarotta in azienda? Tensioni con il datore di lavoro o con un collega? Sforzi e poco risultato nella professione? Correggere la casa e-pure aggiustare il tiro sotto il cielo realmente. E si tratta di un processo, l’avviarsi di un movimento e talvolta di una comprensione istantanea. L’immagine che si crea con la rappresentazione della costellazione familiare è una sorta di esagramma che attraverso i sui movimenti intrinseci manifesta i punti di forza e di debolezza.

Oltre questi punti si fa posto anche qui una prospettiva più grande. Mi sovviene questa immagine: generare e poi ritirarsi interiormente – Quando l’opera è compiuta, ritirati: questo è il dao del cielo. Che non vuol dire darsela a gambe, bensì rinunciare a ogni merito e demerito, ad ogni concetto di giusta paternità e maternità, di bene e male, sospendendo la preoccupazione e assecondando la crescita del figlio, così come si dispiega, tutto incluso.

E come si attua? Per es. guardando oltre il figlio e facendo l’occhiolino al suo destino, all’orizzonte ben oltre la sua persona. Per dirla con le parole spirituali del Buddha: i fatti accadono, le azioni sono compiute e non esiste colui che agisce. Che cosa agisce allora? Lo spirito – il respiro del vuoto lo chiamo io – come nell’ultima immagine evolutiva sviluppatesi nel metodo di Hellinger. L’ultima? Lo dubito. Tutto evolvendo muta.

Si prenda per es. questa immagine: “L’uomo e la donna per il figlio – ancora e per molto tempo, sinché la vita terrestre non sarà giunta a maturità. Ma l’uomo e la donna l’uno per l’altro, sempre di più e definitivamente.” (T. de Chardin)

Approfondimenti biblio essenziali:

Ordini dell'Amore

Buono

A cura di Augusto Shantena Sabbadini e Rudolf Ritsema:

I Ching - Il Libro dei Mutamenti

Buono

Comments

comments