Interiormente mossi

Interiormente mossi

Talvolta succede che qualcuno durante un evento di costellazioni familiari e sistemiche, rappresentando o guardando, si meravigli nel “sentirsi interiormente mosso”, si stupisca della chiarezza con cui il corpo effettui determinati movimenti e raccolga nell’espressione sensazioni e sentimenti inaspettati e magari, sul momento, poco comprensibili. Può nascere spontanea la domanda: “ma che significa? Voglio capire”.
E allo stesso tempo rinunciare a capire è, nell’evidenza, ciò che mantiene fluido il movimento.

In queste parole trovo riscontro e risonanza di ciò che muove e agisce:

“Risollevare la coscienza, entrare nell’intelligenza divina dell’evento, è accettare di non capire niente all’istante, accettare di non servirsi dell’intelligenza in modo maschile, ma di lasciarla penetrare a poco a poco dall’intelligenza divina che ontologicamente(in essenza) è maschile, mentre la nostra intelligenza ontologica (essenziale) è femminile” [Annick de Souzenelle]

Inoltre, alcuni, da fuori, chiedono: “ma che significa questo “ritrovare il proprio posto”? In effetti, sì, ho spesso la sensazione di essere fuori posto e a questo segue un senso di disagio, sofferenza, ripetizione…”
Ecco di seguito un’immagine che richiama con poetica agilità la forza del “posto ritrovato”:

“Stabilire il proprio territorio, trovare il proprio branco, vivere nel proprio corpo con sicurezza e orgoglio, parlare e agire in prima persona, essere consapevoli e attenti, sfruttare qualità femminili innate come l’intuito e la sensibilità, entrare nel proprio ciclo, scoprire qual è il proprio posto nel mondo” [Clarissa Pinkola Esté]

Le costellazioni familiari e sistemiche aiutano a ritrovare il proprio posto nel mondo – piuttosto che secondo il mondo e i sui dettami – e meglio ancora, essendo il mondo alla fine, una sorta di astrazione, nella pienezza della vita.

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