Obiezione di coscienza sull’aborto e costellazioni familiari

Obiezione di coscienza sull’aborto e costellazioni familiari

Incappo, di nuovo, nella >discussione sull’obiezione di coscienza, riguardo all’aborto, nello specifico dei medici abortisti.  L’articolo in questione pecca di ampiezza di visione. Come spesso accade si baratta l’amore con i diritti. Tuttavia questo non può funzionare. Ci sono forze ben più grandi in gioco, per ridurre il fatto alla condanna dei medici abortisti e all’assoluzione delle donne che vogliono abortire. O viceversa. La vita e la morte non si giocano a suon di slogan. Fintanto che anche i bambini abortiti non siano visti (dai loro genitori), fintanto che anche a loro non sia data voce, quello che sta accadendo è inevitabile. Si onorino quei feti. Si accolga, nella rumorosa questione, un momento di silenzio, che includa il non nato.

bimbi-non-natiA questo proposito riporto volentieri un altro stralcio di una mia intervista a Gherard Walper, facilitatore di costellazioni e docente della Hellinger Liebe Schule. (scuola d’amore di Hellinger).

Un tema, su cui volevo portare attenzione, riguarda una nuova emergenza, quella dei medici abortisti, che in numero sempre più rilevante, fanno obiezione di coscienza. In Italia, in questo momento, c’è molto fervore sul fatto che stiano aumentando. Quello che prevale, è la rabbia delle donne. Qual è lo sguardo sistemico più consono a questo?
Non puoi costringere qualcuno a fare qualcosa, soprattutto a fare un aborto. Non si può. A me non importa tale rabbia, io guardo i bambini. Anche loro – le donne – devono guardare i figli. I bambini non sono delle auto, delle macchinine che si possono buttar via, anche quelli che non sono ancora nati. Sebbene talvolta questa sia la prassi che adottiamo. Che questo, poi, abbia delle conseguenze nella nostra anima, non ha nulla a che fare con la moralità. Ha conseguenze per i medici, per la madre, per il padre. Che il padre ne sia a conoscenza o meno. Ha conseguenze per tutti. Il loro destino è in relazione con quello del bambino abortito. È, quindi, una comunità di destini. Si vede, con l’approccio delle costellazioni familiari, che nell’animo delle madri si crea un movimento di ricerca di questo figlio. Nei medici che fanno gli aborti, si ravvisano sensi di colpa, che loro in qualche modo scansano.

Non più… pare.
Già. Avevo una cliente il cui padre, ginecologo, era specializzato in aborti. Lei e i suoi fratelli – che erano tre o quattro – vedevano interiormente questo gran numero di bambini abortiti. Quando erano piccoli, avevano degli incubi, fino a pensieri di suicidio. In questo caso, quindi, i figli si sono sentiti o hanno dovuto sentirsi colpevoli al posto del padre. Ho fatto una costellazione con lei, in cui sono stati messi in scena i bambini abortiti dal padre medico e il padre stesso. Per ogni bambino abortito, poi, si è aggiunta la propria di madre, e il padre. Un rappresentante per entrambi. In questo modo i bambini abortiti hanno potuto rivolgersi e dedicarsi ai loro genitori. Questo ha rappresentato un grande sollievo per la figlia di questo medico. Lei in qualche modo si sentiva in obbligo di fare qualcosa per quei bambini e poi ha visto che essi volevano andare semplicemente verso i loro genitori. Non si tratta di giudicare o di condannare i genitori, e il medico. Questi bambini abortiti erano riconciliati al loro destino.  Fino a quando, tuttavia, non hanno un posto nel cuore dei genitori, i figli del medico ne hanno sentito, percepito il dolore. E quando i genitori hanno accolto il loro figlio, l’hanno abbracciato come un neonato, l’hanno pianto, questi si sono ricongiunti, di nuovo, con amore. Qui nessuno deve essere condannato. Alla fine si tratta del destino di quei bambini. Fondamentalmente i genitori, come il medico, sono usati dal destino, sono parte di un destino.
Tuttavia, quando un medico dice – no, io questo non lo voglio fare o non lo voglio più fare – lo capisco.

 

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