risoluzioni e equazioni

risoluzioni e equazioni

Qualche anno fa Bert Hellinger, inaspettatamente, a seguito di una mia domanda, ha dato atto a una “supervisione diretta”, mettendo in scena la mia relazione con il cliente-clienti. Evento scioccante e, sul momento, molto doloroso.

Sono andata in una sorte di sospensione uditiva e visiva. Entrambi i sensi si sono velati, defocalizzati, nel tentativo di non udire e non vedere. Una specie di resistenza e difesa organica, qualcosa che assomiglia allo svenimento quando il dolore fisico diventa insopportabile.

Da quella breve rappresentazione a inizio seminario si è poi mossa la sua trasmissione nei due giorni successivi, lasciando emergere – con distacco – l’argomento dei sacrifici umani. Il sacrificio dei figli e non solo. E nel mondo della manifestazione tutti siamo figli.

Ho toccato con mano come quella con il cliente – sia, anch’essa, una questione di vita e di morte. Vita mea morte tua, in accordo e guadagno reciproco: «muori tu al posto mio che io devo arrivare a fine mese…».
«Me lo chiedi con tanto “amore” che mi sacrifico volentieri».
Quello che accade, in origine, all’interno della famiglia quando il figlio risponde, con amore infantile, onnipotente: «sì, vado io al posto tuo». «Tu per me – sì, io per te».
Sul momento non riuscivo neanche a dire la frase: «io per me e tu per te», come se fosse un circuito neurale mancante.

Sì, avevo provato a lasciare questo piano, trovandomi più di una volta, in pericolo di vita. Con leggerezza avevo, poi, messo in pericolo, la vita di mia figlia. Sono movimenti che avvengono in buona coscienza – in buona fede – quella stessa che ho riconosciuto quando Bert ha posto, in un seminario successivo questa domanda:
“Chiedetevi se le vostre vie spirituali vi stiano portando verso la vita o verso la morte”.

Questa “traqsmissione”, ora, posso passarla a mio volta, se è dato e quando riesce.
In questo caso il mezzo sistemico – la costellazione – disvelano un movimento neutro e diretto per portare luce sulla relazione con il cliente e, in modo profondo e insospettabile, sugli spostamenti sistemici nella famiglia di origine.

Quella del “vieni qui che hai un blocco al potenziale e io ho la chiave inglese giusta”, mi muove un pacato, tenero sorriso.

A ognuno il suo e anche Bert Hellinger ha preso i suoi diversi abbagli. Inevitabile non prenderli – è così che s’impara – semmai, il peccato, è non riconoscerli. Bert, più volte, ci ha fatto parte di questi suoi riconoscimenti.

Siamo cresciuti nell’apoteosi e nel malinteso olistico che basta fare quattro più due uguale sei ed ecco la felicità, la completezza, la soddisfazione, il proprio solido e retto posto nel mondo…

Come qualcuno con arguzia ha portato alla mia attenzione, qualche giorno fa: «…Ma le persone che si auto definiscono “risolte” cosa sono…delle equazioni???».

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