Norme, protocolli e bonus vita

Norme, protocolli e bonus vita

Oggi tornando a casa sono stata raggiunta da un’immagine veloce, un bagliore.

Al tempo in cui anche la meditazione ha dovuto piegarsi a dei protocolli, per essere resa accettabile nei templi della clinica e della scienza, che cosa dovevamo aspettarci?

Quanti protocolli normativi per rassicurare? Quanti sacrifici richiederà ancora l’ara della pseudoscienza, signora della salute del corpo e della mente?

No, non quella dei pionieri – gli incerti sperimentatori, gli scalcagnati, i Tesla – ma quella degli imborghesiti carrieristi.  Eccola in cerca d’intrattenimenti per l’anima annoiata, di soluzioni veloci alle moltiplicate nevrosi e malattie. Compiacente verso i moltiplicatori d’orgasmi, a tutti i costi.

Prima sarà la gestione dello spirito ad assumerne il volto normalizzante, sterilizzato – i protocolli per la nuova normalità – poi lo stile di vita, l’igiene, la forma mentale.

Dopo il bonus vacanze, quello della bicicletta e del monopattino, ecco le norme per il bonus-tempo-vita, che se seguite, garantiranno una spanna di vita in più, proficuamente elargita da task forces – termine militare. L’alternativa è quella degli operatori e fruitori del vivere naturale. Lo è veramente fintanto che si basa sulla stessa forma pensiero?

Da un lato le norme sono il distanziamento, le mascherine, la sanificazione, la disinfezione delle mani. Dall’altro il bonus vita – è evidente il materialismo insito in questa affermazione – sta nel mangiare bene, fare yoga, pensare “giusto”, stare in natura etc. etc… La forma pensiero non cambia.

Entrambi presumono che tali “militanze”, tale osservazione di regole e protocolli , possano ingraziare la malattia e la morte in cambio di un buono per la vita.

Questa è la grande illusione condivisa, che permette a tale apparente realtà di esserci rimandata in uno dei suoi aspetti più grotteschi. Cambiano i contenuti, gli argomenti, non la forma pensiero. Credere che esista un buono tempo ci rende ricattabili ed è esattamente quello che sta succedendo. Siamo sotto ricatto. E, a ricattarci, sono soprattuto i nostri pensieri. Sembrano nostri ma son di dominio pubblico. Il pensiero unico alla base è lo stesso.

Uno stile di vita naturale con a seguito i suoi valori, può, magari, nutrire la nostra capacità di essere consapevoli. Anche su questo ci sarebbe davvero da indagare. Che possa allungare la vita è una fantasia nutrita dalla paura della malattia e della morte. Una compensazione per non fare i conti con questa paura, per rinviare quell’esplorazione scomoda e profonda sulla natura della vita e della morte.

Uno stile di vita naturale è semplice celebrazione, un festeggiare la vita e l’ordine dell’universo che la sostiene non un investimento ragionieristico presso la banca della salute. Vissuto come investimento continuerà a proiettare quell’ombra di difesa e paura molto simile a quella, di chi, per lo stesso motivo, punta sulla mascherina e il disinfettante.

È tempo che guardiamo al nostro bisogno di ergersi come migliori e peggiori. Il mio terrore è uguale al “loro” terrore. È tempo di vere domande, sulla vita, non per evitare la morte. Inevitabile.

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