Ben Venga

Ben Venga

elsa masettiStando ai fatti, il rapporto sessuale è la cosa più importante, veicola la forza più grande, quella della vita. E dell’amore. L’atto sessuale è il più profondo degli eventi e come tale è in se, anche il più divino. Pensiamo che la sessualità vada nobilitata. È già nobile. Questo è il punto di partenza: la riverenza e il rispetto per questa grande forza.

Negli anni venti (1928) David Herbert Lawrence pubblicava privatamente la sua opera – >L’amante di Lady Chatterley – scritta durante una lunga permanenza in Toscana, facendola seguire da questa affermazione: «Questo è il vero significato del mio libro. Voglio che uomini e donne siano in grado di “pensare” il sesso in maniera piena, completa, onesta, pulita». Al di là del fatto che questo libro – il quale vide la sua pubblicazione per mano di editore solo nel 1960 – incontri o meno le preferenze dei più, mi chiedo: “A che punto siamo in materia alle soglie del 2012? Siamo in grado di “pensare” il sesso in maniera piena, completa, onesta, pulita?

Magari meno, tra i lettori, sanno che l’opera fu seguita da una sorta di postille che arricchiscono d’interessanti sfumature la visione dell’autore, percezione all’avanguardia per quei tempi e direi apprezzabile per i nostri, che, a detta di molti, sono anni evoluti. Tra i nuovi paradigmi in evoluzione quali toccano il pensato e il vissuto della sessualità? E dato che il rapporto sessuale veicola il fondamento, la forza più grande, quella della vita, e dell’amore, l’unico a permetterci di essere qui (ce ne siamo accorti?), quanto di nuovo siamo disposti a mettere in gioco su questo versante?

Sebbene non mi sia stato possibile ritrovare la mia vecchia edizione di >Lady Chatterley con la postfazione, ricordo bene che l’autore parla del corpo come di un animale ammaestrato, addomesticato, così come si addomestica un cane. Si accorge della difficoltà che hanno i corpi a compiere dei movimenti autentici, a rispondere alla freschezza dell’istante. Sì, aveva la “vista lunga” D.H. Lawrence. In genere siamo abituati – e appare in modo evidente nella sessualità – a seguire una sorta di programma che prevede delle fasi A, B, C…, o per tradurlo in parole povere, tendiamo a muoverci secondo un copione, uno schema. Lo sceneggiatura nel frattempo si è magari aggiornata, senza perdere la sua caratteristica di copione.

Esiste la possibilità di recuperare un movimento spontaneo a partire dalla forza stessa che ci possiede piuttosto che da un immaginario eccitante precostituito. La pornografia per es. rappresenta l’esasperazione di un immaginario precostituito. Si fa così e così etc… Il corpo si muove come un animale addestrato rinunciando all’intelligenza che gli è propria. Perdendo il rispetto di quella forza vitale prorompente che è alla base della creazione della vita stessa.

L’autenticità è permettere di “essere mossi”, attendere finché un qualcosa come un soffio di vento, solleciti il corpo stimolando un movimento autentico, involontario per usare una terminologia più adatta al sistema nervoso che entra in gioco. Il corpo non risponde più a un ordine del cervello verso il sistema nervoso centrale. Prima questo gesto, poi quello, che so mi porterà lì…
Il corpo si muove secondo una volontà più grande. I gesti che ne derivano sono inaspettati.

Ci sta che tolto il copione non succeda niente (per un po’), e quel niente equivalga a una lavagna vuota d’istruzioni in materia. Ben venga!

 

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