famiglia e separazione
Questa è una mia foto di famiglia, di qualche annetto fa. Poco prima della “separazione” dal padre.
Talvolta chi si rivolge a me, viene gravido del senso di colpa, di una famiglia definitivamente sfaldata.
Può una famiglia realmente sfaldarsi? Può, la sua traccia sistemica – il suo peso nel sistema di appartenenza – svanire?
Guardando questa foto, potrei definirla in vari modi: “la mia ex famiglia”; “il fallimento di una famiglia”; “una famiglia che fu”; “Una famiglia unita che non lo è più”.
Queste definizioni di fatto non combaciano con la realtà dell’ anima o come la volete chiamare. Le costellazioni familiari ci mettono di fronte a dei movimenti autentici che quasi mai sono fedeli alle storie che ci raccontiamo sulle nostre rispettive famiglie, attuali o all’ origine. Come su i nostri rapporti professionali.
Di fatto, nonostante ogni nostro tentativo, quell’amore – ora “sommerso” o che vorremmo tacitare – resta. La fiamma del legame perdura.
Quando quella commossa connessione si palesa senza filtri – quando quell’amore che lega e ci lega a tanti altri nel sistema, è accolta – ciò che è nodo che stringe si fa nodo che scioglie.
Scioglie rancori, sensi di colpa, conflitti, biasimo… e, come in questa frase, dal Tao Te Ching, mostra l’evidenza della non separazione:
I legami più profondi non sono fatti né di corde né di nodi, eppure nessuno li scioglie – Laozi
Abbiamo un sacco d’idee su che cosa e come dovrebbe essere la famiglia. Accumuliamo concetti che nutrono altrettante definizioni, idealizzate, condizionate dall’ambiente di crescita e dai valori sociali contemporanei. Proiettiamo miriadi di aspettative su questa immagine mentale di famiglia.
Costruiamo immagini ideologicamente complesse perdendo il contatto con leggi ben più grandi e impersonali che governano le relazioni.
La mente psicologica non ama le risposte terra terra, si nutre di concetti, ed è una risposta terra-terra quella che Bert Hellinger, il “fondatore” delle cosiddette costellazioni familiari, mi ha dato, durante uno dei suoi primi seminari in Italia.
Fateci caso, non piacerà molto alla “vostra” mente, come non piacque alla mia:
«Famiglia è quando due si accoppiano, mettendo in atto, potenzialmente e talvolta di fatto, il concepimento di un figlio».
Accoppiarsi ovvero copulare – da cui coppia – scambio di liquidi-umori.
Quello scambio, nel tempo, è ciò che sancisce il legame.
Un progetto comune al servizio della vita, può unire e dare un collante come quello dato da un figlio, sebbene in modo non paritario, tuttavia ne migliore ne peggiore.
E, verificarne l’evidenza, ciò che appare unire è anche ciò che, eventualmente, separa.
Dare alla luce un figlio, “È l’ opera più grande”. Parole di B. Hellinger, dette durante una nostra prima conversazione.
Ha più volte affermato, in modo provocatorio, che una coppia può dirsi tale quando nel giro di massimo due anni dal primo incontro, i due si sposano e/o generano un figlio.
Per questo motivo, a livello sistemico emerge che non può dirsi coppia quando uno dei due è sterilizzato, ha optato per la vasectomia o la chiusura delle tube.
Sentite l’irritato spumeggiare delle vostre obiezioni? Le vostre idee romantiche minacciate? Le opinioni illuminate di grandi “statisti delle relazioni”, stracciate in un attimo? 😁😊