Memorie di una discepola qualunque (2) – omaggio a Osho
Omaggio a Osho, nel giorno del suo risveglio, che coincide con la Primavera.
Colui che in questa vita è stato, per me, il protagonista fisico del gioco divino “maestro-discepolo”.
Tenetevi pure la vostra via asciutta, la via a un vaso.
Volentieri mi danno (voce del verbo dannare 😉 ) per Amore, questo Amore, come dice (tra le altre) il barbamaster: “L’amore non è una passione. L’amore non è una emozione. L’amore è una comprensione profonda del fatto che in qualche modo l’altro ti completa. Qualcuno ti rende un cerchio perfetto; la presenza dell’altro rinforza la tua presenza.”
Sì, è andata così, a un certo punto hai cominciato a “perseguitarmi”, e io dura a capitolare. Avevo i miei sogni psichedelici e tu rappresentavi in profondità l’acqua per la mia arsura e al contempo una minaccia per il mio personaggino speciale e seduttivo. Poi si è fortificato il personaggino spirituale, al momento rovinosamente in dissolvenza, sebbene è uno dei pochi assi che ho da giocare 😉
Tra poggi e buche, inevitabilmente, ancora mi aliti sul collo e ci sei ogni volta che pongo il mio dito tra le sopracciglia, alla fine di ogni trattamento olistico viso. O durante gli incontri di counselling, nell’attesa che lascio dilatare, dove emerge la pazienza e l’ascolto delle mie (nostre) insicurezze. E ci sei, durante i laboratori di gruppo, quando volentieri “invito” quell’ampia e diffusa coscienza che sei, solo per un breve tratto veicolata da un corpo… Certo sì, nella fretta di apparir preparata magari mi dimentico, per ricordare di nuovo.
Che gran circo beneamato barbamaster, grazie di avermi rivoltata come un calzino e di continuare a farlo
Perdere il contatto fisico con l’altro non ci obbliga a perdere il contatto con l’Amore. L’equazione scambio e vicinanza uguale amore è solo un pensiero abitudinario. Nel Cuore c’è posto anche per la chiusura. Come un pugno stretto, quanto a lungo può rimanere tale?
