Guarigione sistemica, costellazioni e dintorni

Guarigione sistemica, costellazioni e dintorni

Quando un disturbo, una malattia incontra un movimento di guarigione*, grazie alla rappresentazione sistemica di una costellazione familiare – sia essa detta mediale e spirituale – dire che la costellazione risolve i malanni e adesso, quindi costello, perché “voglio guarire”, è davvero onorare quel movimento?

Della serie: voglio costellare per rimettere insieme i pezzi contorti della mia famiglia, insomma mi voglio liberare dalla malattia e dai pesi familiari. Pandant. Conosci quest’attitudine?

La malattia, dice il buon vecchio Oshawa, è una manifestazione dell’”arroganza”, di chi crede di fare e disfare, percependosi superiore – separato e spostato – ai sette principi e alle dodici leggi del mutamento, che regolano l’infinito universo. In poche parole, il Tao.
Alcune di queste leggi, formulate in modo consono, governano le relazioni e stabiliscono i diversi ambiti di coscienza in cui agiscono. L’attitudine che si arroga il diritto di voler fare e disfare, non è forse immutata in una pretesa impellente di risoluzione?

Quel movimento di guarigione (in senso lato), nella mia esperienza diretta, viene dall’insondabile e nell’insondabile si dispiega, verso una “guarigione” a un livello ben più profondo e ramificato, della punta dell’iceberg chiamata sintomo. A seguire, il disturbo può attenuarsi, talvolta sparire o sospendersi per poi seguire semplicemente un naturale aggravamento. La sua forza curativa si svolge comunque nel riportare alla luce interconnessioni inevitabili, legami che mobilitano l’amore, a dispetto di noi stessi.
Questo fa dire, paradossalmente, a un morente: «Muoio guarito».

Ci tengo, dunque, a riportare in questa sede, lo stralcio di un’intervista a Bert Hellinger, trovata nella sua rete e da me tradotta, augurandomi che possa esservi utile, come lo è stata per me.

D. Quindi, al fine di essere in grado di attingere forza dal proprio sistema familiare e padroneggiare il proprio destino, si deve prima capire che cosa è al lavoro in questo sistema familiare?
R. Sì, si deve prima capire.

D. In caso contrario, non ci si può liberare?
R. Tornando ancora una volta al destino che deriva da un irretimento, ci si deve chiedere: quando qualcuno assume un simile destino sotto l’influenza della coscienza collettiva, non guadagna forse questa persona grandezza da esso attraverso il modo in cui se lo assume?
Vi è un atteggiamento diffuso che tutti noi meritiamo la felicità e abbiamo il diritto a una vita confortevole dove tutto va come vogliamo. Si tratta di un’idea molto superficiale. La grandezza umana, però, è qualcosa di molto diverso. Nasce anche dal padroneggiare destini pesanti. Guardare a dei destini che derivano dalle funzioni della coscienza collettiva inconscia come semplicemente negativi non è accettabile per me, in quanto quello che ne deriva è ben più ricco e multidimensionale. In caso contrario, i grandi destini e anche quelli tragici non esisterebbero. Ci costringono a vedere la vita in modo diverso rispetto a come vorremmo che fosse.

D. Quando le persone hanno capito il loro irretimento, sono liberi allora, o no?
R. No, non lo sono. Pensare così sarebbe presupporre. L’irretimento consiste principalmente nel fatto che sono preso nei destini di altri che hanno vissuto prima di me, senza saperlo. Una volta in grado di percepire tale irretimento – per esempio, con l’aiuto delle costellazioni familiari, ma anche in altri modi – mi posso, poi, districare da esso, ma solo a un certo livello. Questa liberazione è un processo di purificazione, e ciò è parte della mia vita. Pertanto, il presupposto che avrei potuto essere completamente libero è un’illusione. Mi chiedo, che cosa si fa quando si è completamente liberi? Poi uno si libra in aria da qualche parte…?!?… e non gliene viene niente. Tuttavia quando uno si sa così profondamente interconnesso e entra in questo processo sperimentando tale purificazione, questo lo rende felice. Non ci libera, nel senso di essersi liberati da qualcosa, ma ci rende più grandi.

D. C’è alla fine libertà per gli esseri umani?
R. Ah, bhe, nelle piccole cose.

Ricorderò sempre Bert Hellinger, durante un seminario formativo sulla guarigione, dire più o meno così: «Pensare che sia la disciplina, (il succo salutare, il metodo, la meditazione, le 5leggi di hamer…), la costellazione a guarire, è il vano tentativo di voler ricavare una ricetta che ci inorgoglisce possedere».

Quell’inorgoglirsi, arrogarsi, è di fatto la “vera malattia”.
L’eterna freschezza della legge cosmica si muove in modo imprevedibile e, comunque, corretto.
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*Il termine Guarigione in questo contesto, si riferisce a un “campo di relazioni”. In nessun modo intende sostituirsi (al massimo affiancarsi e integrarsi) alle competenze e specificità del campo medico.

Prossimo evento(on line, interattivo) di Costellazioni familiari-spirituali:
Ho il permesso di?
14 dicembre Aprile, ore 18:30-20:30
► In sede propria
► PER INFO E PRENOTAZIONI
nityama@elsamasetti.it, telegram: @ElsaNityama

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