Ho un blocco – blocchi e contorni

Ho un blocco – blocchi e contorni

Ancora co sti blocchi da sbloccare. In campo esistenziale, intendo.

Un’identità pissicologica, quella dei blocchi, creata a tavolino da qualche cervellone.
Non sei un chiavistello e neanche uno sciacquone se non, proprio volendo, nella tua immaginazione. Non ci sono blocchi perché non ci sono errori.
E se non ci sono chi è bloccato e chi senza blocchi?

La parola “blocco” è frutto di un’eredità accademica che si arroga il diritto di supportare la credenza che così come sei non vai bene, che il creatore a monte – per capirsi – abbia fatto degli errori.

L’amore non ci vuole corretti, aggiustati, guariti… Ci vuole esattamente così come siamo poiché sa che non ci sono errori da correggere e blocchi da rimuovere.

Ti faranno credere che hai dei blocchi e che loro hanno la chiave per sbloccarli. Tu non sei obbligato a crederci.
E non credere neanche a me. Se proprio ti rimane il guadagno di una mezza credenza, indaga.

Ho un blocco, è vero? –
Rispondi solo con sì o no. Solo sì o no
Sono assolutamente certa che è vero?
Stessa risposta: sì o no, non una parola di più
Come e che cosa sento, nel corpo, quando credo in questo pensiero?
Come sarebbe la mia vita senza questo pensiero?
… Rigira la convinzione

Si tratta di una sorta di pensiero ossessivo, a evidenziare un’incompletezza di un qualcuno isolato che può riconnettersi, unirsi per completarsi. Un pensiero che accetta di buon grado le lusinghe di chi offre questo e quello, a riempimento, continuando, proprio in questo modo, a nutrire lo spazio di carenza e di separazione dal quale viene tale richiesta.

Dev’esserci un guadagno. C’è infatti. Guadagnare l’attenzione e cercarsi in quella stessa attenzione. Legittimo. E se così è, così sia.
Sapere dove vado a parare, tuttavia fa la differenza, vedere il funzionamento, ancora di più.

E se non ci fossero ragioni, cause a monte o a valle?
Se avere un cosiddetto blocco non identificasse un qualcuno bloccato?
Che ne sarebbe di tali accreditati blocchi?

PS: ringrazio Byron Katie per aver reso disponibile una delle forme >d’indagine alla portata di tutti – 

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