Meditazione: il primo prendersi cura

Meditazione: il primo prendersi cura

Non è un caso che medi-tazione e medi-cina condividano la stessa radice.

La meditazione – e il mindfulness è una sua forma – come auspicabile complemento all’approccio medico. La parola meditazione, stando alla sua radice etimologica mederi, significa cura, nel senso di vigilanza premurosa e in definitiva Ascolto a 360 gradi. Una forma valida di prevenzione psicosomatica e un modo per mitigare il penoso calvario medico che talvolta la malattia richiede.

Già al tempo – ormai più di tre decadi fa – quando lo stile di vita macrobiotico mi ha aperto a un ulteriore approfondimento della meditazione nel quotidiano – ho toccato con mano la qualità energetica e spirituale di approcci complementari e integrabili del “prendermi cura”.
Io stessa ne ho fatto pratica viva nel mio riguadagnare salute e nel passare il pilota, nei miei corsi di cucina intuitiva e meditazione, che già nel 1982-83 titolavo: pentole, fornelli e la conoscenza di sé.

Questo e non solo, mi ha permesso di toccare con mano i livelli diversi, dal più sottile al più materico, attraverso cui la malattia e il disturbo trovano espressione. Ultimo ma non ultimo il livello sistemico-spirituale, che grazie alla pratica delle costellazioni familiari, ha contribuito al mio più recente ritrovar salute e vitalità.

A tempo si parlava di energia e vibrazione, adesso sembra scientificamente appurato – e le costellazioni familiari ne sono una dimostrazione a livello fenomenologico – che si tratti non solo di energia ma di energia+informazione.

Anche secondo la mia esperienza, quando il sintomo raggiunge – per capirsi – il soma, ha già viaggiato a livello d’informazione nel campo morfogenetico e dello spirito, in quello mentale della psiche e dell’emozione, fino a giungere al segnale tangibile della salute fisica.
Per questo considero la meditazione – l’Ascolto – affiancata dal lavoro sistemico, una forma di cura all’origine, che è auspicabile sostenere con un’educazione alla nutrizione, alla consapevolezza dell’energia degli alimenti e del modo più conscio di assumerli – mindful eating.

Ho compreso, come ho riscontrato in alcuni approcci sciamanici – e per sciamanico intendo anche la cura del fuoco di sant’Antonio con le segnature, ancora praticata nel mio paese d’origine – che non necessariamente certe “crisi mentali” richiedono il solo approccio psichico. Esse possono trovar conforto e sostegno in un cambiamento di alimentazione-stile di vita. Viceversa, il cosiddetto disturbo fisico può generare un’immagine, che avvii alla risoluzione, in una costellazione familiare, durante un intensivo di meditazione e indagine di sé o con la psicoterapia.

Nel frattempo posso ricevere la forza per affrontare un intervento chirurgico necessario e avvalermi di rimedi erboristici, spagirici e farmaceutici, come i provvidenziali antidolorifici. Ogni cosa ha un suo utile apporto al momento opportuno e se c’è da fare una satura, ringrazio con un sorriso, il reparto ospedaliero e il pronto soccorso.

Il bello della meditazione – una volta appreso l’espediente – è che non ho bisogno di altro che di me stessa e ogni tanto, magari, un incontro e un “laboratorio” intensivo con cui scambiare e lasciarmi nutrire dalla forza del gruppo e della Natura.

Lunedì 14 gennaio, alle 20:30, durante l’incontro di meditazione serale, parte della proposta il Corpo Risvegliato©, ci sarà una presentazione aperta sul tema della meditazione come “primo prendersi cura”. Faciliterò un esercizio di mindful eating-drinking – attenzione all’atto del cibarsi e del bere – così come trasmesso da Osho, quando ancora di mindfulness non ne parlava nessuno. Inoltre, risponderò volentieri a domante sulla cosiddetta indagine di sé, che affianco alla meditazione. Mi si dice che spaventi. Chi o che cosa la teme ed è sotto minaccia? 😉
Vi aspetto al Centro di Ricerca ky, Via Chiaramonti 12/7, Cesena.
Gentilmente, puoi prenotare? 3407880612, grazie!!!!

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